28.10.08

DUE FILM E MEZZO (Lezione su quantità e qualità)


Al fin di mantenere viva la tradizione per cui le mie scopate coincidono con le eclissi di sole, decido, ignaro di tutto, di farmi non una, ma ben due tornate di cinema questa settimana! E tutto questo per voi cari amici che ci seguite! Tutto questo perché ci sia un commento positivo alla fine di questa pagina e io possa dire: “Sì, in qualche telematico buco di culo dell’universo qualcuno mi ama!”. Quello zero vicino ai commenti mi fa piangere, sappia telo. E fa piangere anche Gesù.
Orbene, sfogo personale a parte, passiamo ad illustrare il primo dei due film che mi sono cuccato questa settimana (per voi! Per voi! Orrende sanguisughe!).
Orrore! Sgomento! Frustrazione! Depressione! Pietà! Annichilimento sensoriale ed emotivo! Tutti termini perfettamente adatti a descrivere sia Babylon A.D. che la mia ultima relazione seria. Stavo con la donna barbuta del circo, ma lei ha preferito la carriera a me. Sappiate che vederla andar via barba e tutto è stato meno doloroso che assistere all’obrobrio cinematografico firmato Mathieu Kassovitz.
E chi cazzo è quest’individuo dal cognome inguinale? E’ una piaga per lo cinema tutto. Tale individuo dalla mano leggera , leggera sulla pellicola (vedi Elthon John sotto metanfetamine) fa parte di quell’esercito di registi esordienti che, sorti alla ribalta causa cortometraggio ben realizzato, si sono poi ritrovati a fare i conti con un signor dubbio morale: accettare la strada di Hollywood fatta di macchine veloci, tanti soldi e belle fighe o rimanere discretamente sfigati ma privi di un collare? Senza aumentare ulteriormente la già strabordante suspance vi dico subito che il buon Mathieu ha scelto le belle fighe.
La trama in due parole: futuro apocalittico, cristone incazzoso – guardia del corpo, efebica milady destinata alla salvezza dell’umanità ormai corrotta. Facciamo un gioco? Io conto fino a dieci e voi pensate a tutti i film che hanno praticamente la stessa trama, comincio io: Blade Runner, Il Quinto Elemento, Terminator, cristiddio possiamo pure metterci La Storia Infinita!
D’accordo, l’originalità non è il punto forte del film, e neppure gli attori a dirla tutta. Badate bene, a me Vin Diesel piace sempre, anche quando (anzi togliete anche quando) fa tamarrate assurde dalla Fast And Furious. E come può non star simpatico un tipetto tutto pepe, infausto incrocio genetico fra un muro di mattoni e un ultras della Roma. Ogni volta che lo vedo recitare la mia autostima sale a mille. Se può farlo lui, tutti attoroni! Ma qui non si può vedere, qui siamo ad un livello recitativo che oscilla costantemente tra il Governatore della California durante l’Oktoberfest e uno sgabello per la mungitura.
I plagi indegni, il montaggio psicotico e l’accozzaglia di brutti attori che si accalcano sulla scena (pure lo stagionato Depardieu) rovinano quel poco (pochissimo, pochissimissimo) di buono che il film ha da offrire.
La durata da cartone animato finisce per essere accolta con gratitudine piuttosto che con sconcerto.
Secondo concorrente della giornata, la signorina Phyllida Lloyd con il suo “Mamma Mia!”. Rivisitazione in chiave hippy moderna del noto musical di Broadway infarcito con le musiche degli Abba. Probabilmente la pellicola più omosessuale della storia del cinema diretta da una regista (chi ha visto Titus già conosce la sua manina fatata) che sputando sulla pacatezza trasforma il femminile in checchesco, trasformando l’allegria del ballo in una cosa imbarazzante da guardare senza ridere convulsamente o sentirsi, intimamente, evirati.
Al terzo (argh!) saltello (argh!) in salopette (arghaaa!) della splendida (argghhhaaaaa!) Meryl Streep (arghaaaaaaaaaaaaaa!) sopraggiunge il coma cerebrale, decido di fare quello che non fecero i comandanti di Fort Alamo e del Titanic. Fuggo.
Non è mai bello fuggire da una sala cinematografica per rintanarsi, piangendo in posizione fetale nella successiva, ancora meno piacevole se in questa stanno proiettando “The Mist”.
C’è una nebbia assassina dentro cui creature orripilanti (in camicia verde, verrebbe da dire) sbranano chiunque vi si addentri. Il vero orrore, secondo me, sta nel fatto che qualche poveraccio ha ancora il coraggio di dirigere film tratti dalle opere dello scadentissimo Stephen King.
Il film è sciatto, pallido, quasi televisivo, la sua scontatezza raggiunge lo zenit verso il finale quando, ecco! Arriva la sorpresa finale che porta a rivalutare un po’ tutto il film. 127 (centoventisette, non so se rendo…) minuti di noia per cinque di stupore meritano i soldi del biglietto? Non lo so, dipende da voi. Personalmente porterei il regista a forza di scappellotti col giornale arrotolato a rivedersi l’ultima scena, come i cani che ti cagano in soggiorno, sbraitandogli contro: “Ecco! Così doveva essere tutto il film! Così! Imbecille!”.
Sarete felici di sapere che ho aumentato da due a tre i Prozac giornalieri.
Tutto grazie a voi.
Siete un pubblico stupendo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

per fortuna che nn ci vado più al cinema ultimamente..
Beh, nn si sa mai, magari mi piace la sporcizia..
Ma anche no dai..

Anonimo ha detto...

riflettendo, nn è che "control" il nuovo di W. Allen o "albakiara" potevano salvarti dal prozac?

Anonimo ha detto...

Faccio un servizio utile: allontano ignari cittadini dalle sale e gli avvicino ad altre forme di intrattenimento come la zoofilia e l'abuso di farmaci.
Ad ogni modo credo che alternerò recensioni positive a recensioni negative.
Ovviamente sono solo un critico alla prime armi, perciò invito, chiunque mi farà l'onore di leggermi, di prendere, quanto io dico, come oro colato e di considerarmi il suo personale confucio in terra per quanto riguarda cinema e affini.
Nostro signore del movie ha parlato!

Anonimo ha detto...

grazie nostro signore! Alleluja!

longcheveux ha detto...

Da notare nel film "The Mist",la vecchietta ottantenne alle prese con l'estintore per sconfiggere le "creature del male!!" Complimentoni alla vecchietta,che ha retto fino alla fine del film,o quasi.Io l avevo già data per spacciata!
Comunque il film era inguardabile.