26.11.08

LA MATTANZA



“Non sono stati gli schiaffi, forse a quelli mi ci ero abituata. E neppure le botte, la violenza, quel fare sempre quello che voleva lui. Io ho detto basta quando mi trascinava davanti allo specchio e mi urlava: 'Guardati, fai schifo, sei una nullità'. Ecco, il mio riscatto comincia da lì, non dalle botte ma dall'umiliazione...". La voce di donna arriva per telefono, sono le sette di sera, in lontananza i rumori di chi dovrà occuparsi della cena nella casa accoglienza del centro antiviolenza di Imola.

"Ci ho messo sette anni, sette anni di violenza davanti agli occhi dei miei figli. Poi quando ho detto basta è stato un basta deciso, difficile, drammatico, puoi immaginare cosa significa scappare via da casa tua sapendo che non la vedrai mai più, che non vedrai più le tue cose, e portare con te i bambini, piccoli, ma grandi abbastanza per avere i loro giochi e la loro camera... Ecco, è successo che un giorno, dopo sette anni, ho detto addio a tutto questo... e bentornata a me stessa".Un'altra voce di donna, questa volta "protetta" in uno dei quattro centri antiviolenza Differenza donna di Roma.

Qualche cifra dall’Italia (dati ISTAT):
quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita;
5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%);
1milione e 150 mila di donne vittime in Italia negli ultimi dodici mesi di violenze e abusi, il 22% in più dell'anno scorso;
3 milioni 961mila violenze fisiche (18,8%). Capelli strappati, spinte, schiaffi, calci, pugni e persino morsi, violenze psicologiche: i partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate;
di quel 3,5% vittima di violenza sessuale, di quel 2,7che ha subìto violenza fisica e di quelle 74 mila stuprate o quasi, 180 sono morte per le violenze subìte (una ogni due giorni;
il 3,1,% delle donne fra i 15 e i 59 anni nel corso della vita lavorativa ha subito ricatti sessuali sul posto di lavoro per essere assunta, mantenere il posto o ottenere un avanzamento di carriera.
Il 69, 7% delle violenze avviene all'interno delle mura domestiche;
solo il 18,2% delle donne che ha subìto violenza in famiglia la considera un reato e solo il 7,2% la denuncia;

"Il potere di ricatto delle famiglie" - Bisogna soffermarsi su queste cifre prima di "entrare" nel centro Roberta Lanzino di Cosenza. "L'80 per cento delle nostre ospiti non è autonoma dal punto di vista economico e il ricatto che può fare la famiglia è tale che sei su dieci rinunciano ad arrivare fin da noi, a fare questo passo" racconta Antonella Veltri responsabile del centro. Una signora ha saltato cinque colloqui. Si è fatta viva la prima volta un anno fa. La non cultura mafiosa aggiunge violenza a violenza. "Il potere di ricatto delle famiglie è altissimo e tocca una gamma svariata, dalla solitudine all'infamia, dal 'non vedrai più i tuoi figli al 'nessuno al paese ti rivolgerà più la parola'". Una volta vinta la minaccia della famiglia, il passo successivo è "farsi credere": "Molte donne, prima di arrivare da noi per un colloquio, sono andate dal maresciallo disperate, gonfie, con i lividi, col referto medico, a una era stato sbattuto in testa l'oblò divelto dalla lavatrice... beh, si sono sentite rispondere 'Signora ci pensi bene, forse è meglio che si tenga suo marito...'". Nei centri si entra solo se c'è volontà di farlo "ma anche quando hanno trovato la forza di arrivare sin qua, il 10 per cento a un certo punto abbandona: la pressione da parte della famiglia o del marito è tale per cui non ce la fanno. Ci lasciano e di loro non sappiamo più nulla". Le altre, a cui la disperazione fa fare quello che non avrebbero mai immaginato - lasciare la famiglia - cominciano un faticosissimo ma meraviglioso viaggio "verso la consapevolezza, l'autostima, la propria autonomia. Il riscatto. Cerchiamo di insegnare loro un mestiere o di valorizzare quello che già sanno fare, troviamo una casa, una stanza, soprattutto le accompagniamo verso la separazione e il divorzio prima, il processo penale poi, un altro appuntamento a cui si arriva con molta difficoltà perché non ci sono pene per i mariti violenti".

Una ricerca dell'Universita' di Harvard di qualche anno fa rivelava che per le donne fra i 14 e i 44 anni la violenza e' la prima causa di morte e di invalidita', per cui si muore più di stupri e percosse che di cancro o di... guerra. Ma se alcune forme di violenza sessuale (stupri e molestie) sono riconosciute come un crimine dalla maggior parte dei sistemi legali, in molti Paesi lo stupro in famiglia non e' reato e solo 44 nazioni hanno una legislazione contro la violenza domestica.
Tuttavia molte di queste violenze e molestie si svolgono appunto in famiglia, ad opera di persone di cui la donna si fida. In particolare dalle ricerche internazionali e' emerso che anche nelle violenze sessuali su bambini, che spesso si consumano in casa o nel parentado, le femminucce sono colpite in misura almeno tripla dei maschietti.
Alcuni Paesi europei, come la Spagna, hanno un'altissima incidenza di violenze mortali o gravi sulle donne, che vengono violentate, strangolate, bruciate e gettate dalle finestre spesso dai propri stessi compagni. La legge contro la violenza sulle donne promossa dal governo Zapatero ha visto l'adesione di circa cento intellettuali uomini, che hanno voluto divulgare un manifesto con le ragioni del loro forte sostegno all'iniziativa.
Nella mite Svezia un giornale ha deciso di mobilitarsi contro la violenza consumata fra le mura domestiche, pubblicando nomi e foto di quanti vengono condannati per violenze contro le mogli, al fine di mettere in guardia le altre donne dal frequentarli.
In Italia la Corte di Cassazione ha recentemente stabilito che anche costringere con la violenza la propria moglie ad un rapporto sessuale costituisce illecito mentre in Parlamento sono state presentate proposte di legge che istituiscono il reato di stalking, anche se ancora troppo pochi alcuni piccoli passi si stanno facendo anche nel nostro Paese.


Un post senza risate, commenti o inutile sarcasmo, solo dati e fatti riportati dai maggiori quotidiani e organi di informazione nella Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne indetta dall’ONU, la cui ricorrenza cadeva ieri, 25 novembre.
Una giornata in cui manifestazioni e eventi si sono sprecati (50.000 donne in corteo solo a Roma), una giornata per ricordare le molteplici vittime (Barbara Spaccino, incinta del terzo figlio, uccisa dal marito, Hina, la ragazza pakistana uccisa dal padre perché vestiva minigonne e non voleva il velo, poi Anna, Paola violentata a Torre del Lago, Sara stuprata a Torino da un amico, Carla a Bologna, Giuseppina stuprata e uccisa in Turchia durante un viaggio verso la Palestina vestita da sposa per postare la pace e anche Mez, la studentessa inglese sgozzata in camera da letto a Perugia ancora non si sa da chi), un giorno per affermare e riaffermare il diritto di ogni donna di essere l’unica padrona della propria cita, contro la violenza e in nome della propria autodifesa.
Una ricorrenza quasi dovuta a tutte le donne vittime effettive o potenziali nella giornata che ricorda quanto avvenuto il 25 novembre del 1960, quando furono violentate ed uccise le sorelle Mirabal, paladine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dalla dittatura, ma pur sempre una sola giornata, a fronte di 365 giorni all’anno di soprusi e violenze fisiche, sessuali, verbali e psicologiche che colpiscono in ogni parte del mondo donne di ogni età e statu per mano di uomini grandi come coriandoli.

Indignatevi donne, ribellatevi, reagite, denunciate e non dimenticate.
In memoria di tutte coloro che non ce l’hanno fatta e che non ne hanno avuto il coraggio

25.11.08

A sangue freddo

Ahh il gelo e la neve. Neve, oddio, il Veneto è famoso per i suoi fiocchi fangosi e la sua brina tubercolotica, ma ciò non toglie che lo spirito natalizio si stia diffondendo nell'aere come un soffio d'antrace. E anche con il general inverno che sbuffa alle finestre del multisala io sono sempre lì a smazzarmelo per vobis.Rimpiango i geloni stile ritirata di Russia quando l'artefice di ogni mia scelta suicida, la mia splendida signora, tirando con forza il mio guinzaglio mi fa entrare in sala a vedere "Twilight". Il film è chiaramente il fenomeno del momento, basti pensare che zappando in tv il suo trailer ricorreva con la stessa frequenza della faccia di Berlusconi a Tg4. Dicesi di film "fenomeno del momento" quando oggi tutti se lo vanno a vedere e domani non se lo fila più nessuno e quindi toccherà sfornare il due, il tre, l'otto, il ventisette. Fortunatamente da bravo snob cinematografico quando entro in sala a vedere un film che non ho scelto e che a pelle non mi piace riesco, attraverso anni e anni di meditazione, ad isolarmi nel mio giardino mentale, ove posso ristorare lo spirito sotto le ampie fronde di un pero secolare. Nel momento stesso in cui incomincio il processo di meditazione un esercito di trecento cellulari si mette a bippare alle mie spalle. Sono l'unico maschio in sala. Attorno a me, appollaiate sulle poltrone come gli Uccelli di Hichcock, badilate di ragazze under 20 si affollano in un mistico vociare da Bestie di Satana. Nei pressi del pero secolare si affaccia un alano incontinente. Non mi serve neppure iniziare a vedere il film dato che il popolo delle adolescenti mi fa gentilmente un riassunto a più voci. Romeo e Giulietta sono morti. O quasi. Lei è una ragazza un po' così, che non la da a nessuno e ha un ciclo presumibilmente molto abbondante. Questo ci porta al vampiro. Lui vive da cento e passa anni, ma parla esattamente come un adolescente, si innamora di una di novanta e passa anni più piccola, la fa volare in giro, ma si trattiene dal morderla perchè mai prima del matrimonio.Il film è un'infarcitura coatta di luoghi comuni, effetti speciali e una sceneggiatura che fa sembrare Heroes Quarto Potere. Però è da illusi entrare in sala senza prendere il film per quello che è, ovvero un prodotto commerciale confezionato sulla pelle delle ragazzine. Se osservato da questo punto di vista può anche risultare un bel film, se non altro raggiunge a pieno il suo scopo. Se però andiamo a concentrarci su un tipo di cinema che evita di far pensare e che non costringe il pubblico a fare quello sforzo in più per adattarsi al film, bensì si confeziona in una serie di stereotipi facilmente digeribili...beh così è tutto un po' troppo facile.Alla mia ragazza è piaciuto, anche se la sensazione era che fosse un po' troppo vecchia per poterselo godere. Ho detto vecchia? Intendevo diversamente giovane.Io ho deciso di dormire con un paletto di frassino sotto il cuscino, sia mai che venga morso a sangue dall'adolescenza (di nuovo).Ps.Volete un vero film dell'orrore? Qualcosa di raggelante, brutale, orrendo? Qualcosa che vi faccia maledire il buio della sala e vi faccia sentire soli e abbandonati nel vostro letto? Qualcosa che trasformi le ombre familiari della propria casa in abomini senza nome? Il 14 è uscito "La Fidanzata di Papà". Inizio a rimpiangere il duo Boldi-De Sica, ora che sono diventati singole entità si è raddoppiato il numero di "film" spazzatura invernali. Eh sì, sta cominciando un lungo, freddo, inverno.

24.11.08

Il ritorno...

Buongiorno a tutti,

Quale è la prima cosa che vi viene in mente ora??Scommetto che è "wow, la neve!!"

Tutti(o quasi) vedono nella neve un "paralizzatore" naturale e invece Sbloggy ritorna proprio con la neve dopo una settimana di quasi-completo-black out...

Un ritorno "a tutta pubblicità"...In questi ultimi tempi il mondo dell'advertising ci sorprende e ci fornisce diversi spunti di riflessione(come l'indimenticato, ma per ora accantonato, suggerimento del nostro simpatico lettore riguardante lo spot della twingo).

Oggi vi mostro uno spot che a me ha molto colpito e che, a differenza di moltissimi altri, non mi fa cambiare canale quando lo vedo!



Già visto vero??Beh non voglio fornire nessun informazione su questa pubblicità ne nemmeno abbozzare un benchè minimo principio di analisi, bensì chiedo a voi: vi piace??perchè secondo voi attira la mia(e forse anche vostra) ATTENZIONE?

(potete fornire la vostra risposta o sotto qui cliccando sulla scritta "commenti", oppure a fianco nel rettangolo bianco)

17.11.08

Un Quantum di Sopportazione

Eccolo di nuovo. Come? Dov'ero finito? Ero al cinema. Lo scorso lunedì feci il madornale errore di andarmi a vedere "The Burning Plain", ricordo poco...immagini sfuocate, i nomi delle protagoniste...Kim Basinger, Charlize Theron, il nome del regista...Arriaga...poi nulla, vuoto cosmico, visioni dei miei antenati che mi usavano per giocare allo schiaffo del soldato. Oblio. Disperazione. Sonno accolto con la stessa spensierata gioia del moribondo. Gli occhi pesanti. Mi sono svegliato venerdì scorso in una pozza di vomito grigiastro. Erano le tre di mattina, il cinema era vuoto e io sono fuggito dai condotti di aereazione nutrendomi di popcorn e topi. Il tutto è risultato molto più divertente della visione del sopracitato film.Pane al pane, vino al vino, signori. Io sono democratico, antirazzista, tollerante, terzomondista, colto. Eppure "The Burning Plain" ha spazzato via ogni traccia di tolleranza etnica che possedevo. Odio i messicani. Odio gli ispanici. Odio i film di messicani ed ispanici. Arghhhh. Inarritu, Del Toro, Arriaga. Arghhhhhhh. Lunghi eterni, onirici senza senso, noiosi come solo la messa della domenica (quella delle otto di mattina dove anche il prete dorme). Spero che le mie maledizioni né collassino gli spermatozooi renderndoli impossibilitati a procreare prole a cui affidare il loro orrendo genoma artistico.Per ritemprarmi ho deciso di cambiare genere. La decisione non è venuta direttamente da me, ma dalla mia ragazza. Ed è pure logico. La santa donna fa l'evangelico sacrificio di vedermi nudo ogni tanto e di farci pure del sesso con quella cosa nuda, mi sento quindi in obbligo nei suoi confronti e posso ben acconsentire se e quando ha voglia di vedersi un bel corpo sudato come quello del nostro Daniel Craig. E così ci andiamo a vedere James Bond. Anni fa, in una notte di luna piena, vidi l'ultimo film della saga interpretato da Pierce Brosnan. Fu una notte di perdita e sacrificio. Fu una notte di dolore.Poi venne la luce. Casino Royale. Un. Bel. Film. Su. James. Bond. Chi l'avrebbe mai detto?Il giro di vite verso l'azione pura e meno patinata è gradito, anche se siamo lontani anni luce dall'agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming: un individuo insicuro, su di peso, molto poco cool ed insapettatamente veloce fra le lenzuola. Niente a che fare con il coltico Craig, spietato assassino con poca forma e molta sostanza.Il film ha dei picchi di ironia involontaria non da poco: Giannini che (finalmente?) cala il sipario, e il discutibile finale che sembra un po' pigliarmi per il culo. Nel complesso è un film ben realizzato, ma la sensazione è quella di essere stati abituati a mangiare merda per così tanto tempo nel corso della bistrattata carriera cinematogradica dell'agente segreto, da accogliere qualsiasi cosa sappia vagamente di decente come un capolavoro. Un po' come la mia ragazza...Andatevelo a vedere. Fatelo per le vostre donne.E se anche lei dopo, fra le coperte, mugolerà il nome: Daniel, voi saprete che va bene così e che l'avete fatta felice. Pagando meno che per un corso in palestra.PS.Il titolo alternativo a questa breve recensione era Quantum of Solange. Non ha alcun senso, ma ogni volta che ci penso rido.Saluti affettuosi.

14.11.08

MODELLI PER UNO SCATTO

L'elemento focalizzatore di questo ensemble è senza dubbio la t-shirt gialla, la cui scritta "i love summer" può forse giustificare altri dettagli degni di Fabrizio Corona o dell'ennesimo calciatore vestito in baci&abbracci. La collanina, che senza dubbio fa molto estate, è davvero poco chic, ma è coerentemente abbinata a occhiali da sole stile aviator marroni e capello gellato-brillantinato-leccato all'indietro. Il jeans, blu scuro, e la tracolla eastpack sigillano questo look sportivo senza però far passare inosservate le kawasaki in tartan e ponendo un interrogativo: se la temperatura è mite, o almeno così pare vista la scelta della t-shirt a manica corta, perchè abbinare una scarpa con motivo tipicamente invernale?

Questa mise riprende alcune tendenze e must have di questo autunno inverno 08/09. Primo fra tutti il cardigan, protagonista indiscusso da questa primavera, che da quel tocco elegante rimanendo comunque urbano. Successivamente troviamo l'occhiale da vista con alta montatura nera, che contribuisce a dare un senso a questa scelta di stile. Il jeans skinny stile cheap monday è arrivato prepotentemente da Londra già dall'inverno scorso e, in questo caso, è stato abbinato a maglietta e scarpe nella stessa nuance. L'unico punto da riprendere è la lunghezza del pantalone: fermo restando che il boxer in vista non è mai accettabile, bisogna ricordarsi che, a meno di non essere un giocatore di basket con gambe chilometriche, il pantalone non va portato così adagiato sui fianchi o il risultato è irrimediabilmente quello di hobbit dalla gamba corta!

13.11.08

Happy Birthday!

Ciao a tutti,


oggi è un grande giorno!Sbloggy compie 6mesi...sono stati sei mesi di continui assestamenti, ma ora sembra aver intrapreso una strada unica grazie alle idee di diverse menti fresche e sempre aggiornate...

Il giovedì è il giorno della vostra posta, ma non avendo ricevuto alcun input vi proponiamo il famosissimo binomio: immagine della settimana - frase della settimana


Auguri in ritardo...Alessandro

11.11.08

DESPERATE HOUSEWIVES



Hi my grrrrls!! Oggi è mercoledì, non ve ne siete dimenticate, vero?? Mercoledì = SbloggyGirl!! Come procede mie care? Anche voi alla presa con l’amletico dilemma che puntualissimo ci affligge all’inizio della stagione fredda: “mi vesto fica e mi trasformo in un’eterea scultura di ghiaccio ambulante con tanto di stalattiti pendenti o non gelo ma più che una persona sembro un palombaro?”…già, bella domanda! Senza contare i piccoli inconvenienti dovuti a quella simpatica piaga climatica meglio conosciuta come umidità”, che (almeno in queste zone) imperversa, donando alle nostre perfette chiome stirare con dovizia maniacale un’allegra, se pur non altrettanto piacevole alla vista, nota afro anni ’70 che, ahimè, proprio non ci dona!!! Propongo una “petizione anti – umidità” : per un mondo libero dall’afflizione dei capelli che si gonfiano e si arricciano senza alcun senso, causa talvolta di seri problemi di interazione e relazione sociale, responsabile in vari casi di un’alterazione di autostima e sicurezza personale che mina i nostri rapporti con il prossimo, nonché rea di provocare uno smisurato odio per i nostri capelli arruffati!! Yes, we can!!!
Ma veniamo a noi.
Hei, si tu, dico proprio a te mia cara amica: hai passato questo weekend o qualsivoglia altro momento libero a riordinare, riassettare, lavare, spolverare, spazzare, lucidare, stirare, stendere, smacchiare e sistemare casa? Si? E sei arrivata stanca e stremata, nonché presa come una vera desperate housewives (maxitutona e lui, l’acerrimo nemico della tua femminilità: il mollettone), a punte di delirio tanto alte da considerare l’aspirapolvere come la tua migliore amica e i barattoli dei milioni di detersivi sparsi per casa (perché chissà come ne esiste uno per ogni scanalatura del bagno!) come dei simpatici puffi?? Fermati sorella! E fatti una domanda: “In tutto questo, dov’era il mio uomo?” (ammesso che tu ce l’abbia e se non ce l’hai, non importa, immaginatelo, tanto non sarebbe funzionale ai fini della risposta)e sii sincera nel risponderti amica: il tuo uomo non ha niente di diverso da quello delle altre…e lo sai bene.
Le opzioni tra cui scegliere sono le seguenti:
1 - in soggiorno / cucina a pettinare le bambole, che è un modo carino per dire a non fare un emerito..niente, se non guardare la tv (rigorosamente programmi sportivi o telefilm)o dormire e romperti le scatole, impedirti con il suo ingombro di spostarti agevolmente per casa, nonché avendo come unica utilità e scopo quella di far crescere la boccia (= far aumentare la panza), perché infondo, poverino, quello stanco e bisognoso di relax è lui…
2 - al bar o in giro con gli amici a cazzeggiare e far crescere la boccia (vedi sopra), facendoti passare tutto questo con la scusa di aiutare un amico / un parente più o meno prossimo (a volte nelle sessioni di pulizia, chissà come, rispuntano o addirittura risorgono dei parenti lontanissimi e fino a quel momento innominati), cosa che ti fa cedere amica, perché “vuoi non aiutarlo…”: mai fidarsi delle uscite nelle “sessioni di pulizia”…
3 - ad ultimare quell’impegno di lavoro che durante la settimana proprio non è riuscito a finire: ma gli impegni di lavoro iniziano e terminano necessariamente sul campo di calcetto? Che mi risulti no, a meno che (ovviamente) il tuo lui non faccia il giocatore di mestiere,se la risposta è no amica, considerati bellamente presa per i fondelli (e in modo premeditato, dato che il campo va prenotato in anticipo): altro che lavoro, il tuo uomo è andato a giocare a calcetto, o meglio a far finta: per quanto ne so giocare a calcetto non significa trascinarsi la boccia per il campo tirandosi dietro la palla e arrancando per il tempo che passa e per le troppe sigarette fumate…
Ebbene sorella, com’è il tuo umore ora sapendo che tu hai sgobbato tutto il giorno come un mulo e loro arrivano a casa belli belli lamentandosi (pure) di essere stanchi o proponendoti, freschi come una rosa (loro) di uscire, magari di andare a ballare, mentre tu, anche se volessi, non avresti che la forza di buttarti sul divano o (meglio) dentro una vasca piena di acqua calda e un mare di schiuma? Già, non è una sensazione piacevole.
L’importante però è non ricadere nell’errore, per la sacra regola del “se mi freghi una volta stronzo tu, se mi freghi due volte stronza io”: è bene dunque far capire al nostro amato che aiutare nelle faccende non comporta un’invalidità permanente, né sminuisce la propria mascolinità o virilità e tantomeno non rende sterili, bensì collaborare è un segno di amore, condivisione e rispetto nei confronti della propria compagna, che potrebbe giovare anche alla vita di coppia, d’altronde una donna meno stanca e anche meno soggetta a mal di testa (a buon intenditor poche parole…).
Insomma ragazze, fatevi rispettare e imparate e pretendere anche dell’aiuto dai vostri lui, infondo ricordate che non siete nè le loro colf, né le loro schiave, nè tantomeno le loro mamme (e soprattutto qui in Italia sapete di cosa sto parlando…) e se non dovessero capirla con le buone…a mali estremi estremi rimedi (chi male vuole non duole): un bello sciopero per mettere in chiaro le cose ogni tanto non fa male, “no fly zone” per un po’ e vedrete come tutto cambia, altro che pulizie…

Cinemacomiche

Buongiorno a tutti,

spero per voi sia davvero un ottimo inizio di giornata perchè qui, invece, siamo in grande emergenza: l'amatissimo curatore dell'angolo cinematografico del martedì oggi non pubblica!

Problemi tecnici irrisolvibili l'hanno colpito(è rimasto chiuso nella sala5 del warner village dopo essersi addormentato per l'ennesima volta davanti ad uno degli "ottimi" film che si producono di questi tempi) e, così, tocca a me riempire questo seguitissimo spazio...non posso sottrarmi, così mi hanno detto bruscamente: "ciak, si giri!". Ahia...scrivo, scrivo!State tranquilli però!

Scampato alla temibilissima punizione sono qui a scervellarmi sfogliando manuali di cinema, visionando millemila cortometraggi, ma nulla il lampo non arriva(e quando mai è arrivato direte voi?)...poi, una sublime visione, ho trovato la via di fuga!

Parlo di cinema anch'io, anzi ve lo mostro...le "mie" proiezioni, quelle di cui sono un attentissimo intenditore!Questa è la formula e quindi la soluzione è palese... Nik:cinema=Mai dire cinema:Me



10.11.08

Guerrilla progresso

Ciao,

Prima di iniziare la nuova settimana con la giusta carica chiediamo scusa a tutti i nostri sostenitori e non per avervi lasciato a bocca asciutta durante la domenica, giorno d'ozio per eccellenza...
Il motivo è che abbiamo constatato che 2giorni dedicate alle "diaboliche" scommesse sono troppi e quindi, dopo notti insonni, abbiamo deciso di seguire ciò che ci ha suggerito una nostra attenta lettrice: ossia di riempire la domenica di musica, anche perchè un blog che ambisce ad esser definito a 361° non può assolutamente ignorare il mondo delle sette note!

Chiusa questa piccola parentesi "programmatica" ritorniamo a dedicarci della tanto amata pubblicità: "quell'arte che il mondo muove" come piace definirla a me(e forse perchè l'ho letto da qualche parte, ma non ricordo).
Sento la vostra sete di post che continua a crescere da sabato e quindi ecco a voi un esempio che cade a fagiuolo: per il "world water day" del 2006 venne ideata una campagna di marketing invasivo per uno scopo nobile come quello che è la celebrazione dell'acqua; insomma una pubblicità progresso che veste i panni del guerrilla marketing...proprio interessante!

Sicuramente d'impatto: l'idea è geniale forse per qualcuno il risultato è un pò forte, ma per un tema così importante e problematico penso sia giusto cercare di toccare la coscienza di tutti anche rischiando magari di cadere nell'eccesso.
Giudizio complessivo positivo comunque...la sete a voi è passata??Un pensierò però corre alle popolazioni che la sete la vivono quotidianamente e per le quali un bicchiere d'acqua significa sopravvivere perciò pensateci quando aprite un rubinetto pr lavere i piatti, per fare la doccia...pensateci: acqua è vita!

8.11.08

Sabato Italiano

Ciao a tutti,

Il sole di questa mattina ci fa pensare in positivo e quindi carichi per questo ma anche per il sabato notte che si fa imminente cerchiamo di preparare il nostro amico portafogli per le rigide temperature notturne novembrine con una tranquilla scommessa tutta italiana:

Brescia- Piacenza 1
Grosseto- Modena 1
Pisa- Ascoli 1
Bologna-Roma 2

Moltiplicatore: 7,5 (se giochi 10olive ne vinci 75)

In bocca al book!Bet with us!

7.11.08

Modelli per uno scatto...on the road

Ciao a tutti,

eccoci con gli scatti direttamente dall'Olanda!!Sbloggy is on the road!!!


La modella di questa settimana non ha nulla da invidiare alle nostre connazionali e, proprio come loro, ha uno stile inequivocabilmente europeo. Elegante il cappotto a mezza coscia di lana, sdramatizzato con un maglione-vestito bianco abbinato a fuseaux neri. Gli stivali, protagonisti di questa stagione invernale in tutte le fogge, riprendono una tendenza squaw già in voga quest'estate; purtroppo non si vede la borsa che, di rigore, dovrebbe sempre essere abbinata alle scarpe.


Questa mise è urbana e nel complesso molto semplice. Il jeans classico, le superga bianche, (che ahimè fanno tanto sedicenne), la felpa rossa dal vago sentore american apparrel. Fortunatamente smuove il tutto la tracolla frietag, vero e proprio pezzo cult realizzato con parti di automobile tra cui la cintura di sicurezza e i copertoni.

6.11.08

MY NAME IS CHANGE

Buongiorno a tutti,

oggi abbiamo deciso dopo una lunghissima riflessione(causa, appunto, del nostro ritardo nella pubblicazione) di ignorare la solita impostazione "immagine-frase della settimana" e di sorvolare sui contenuti da voi iniviati per omaggiare il nuovo presidente americano! Ricordatelo ragazze/i il 4 novembre 2008 rimarrà impresso a fuoco nella storia...

Gli Stati Uniti d’America sono un paese di destra. Su questo non ci piove. Basti pensare al fatto che i democratici, pur avendo messo in campo il candidato più carismatico e convincente da cinquant’anni a questa parte, non hanno comunque la vittoria assicurata, anzi. E’ un paese chiuso e spaventato, molto di più rispetto a quanto abbia da temere. Un paese impaurito da ciò che c’è fuori ma, soprattutto, di quello che cova al suo interno.
Sono passati trecento anni (il tempo necessario all’uomo per sostituire le lance con i fucili) e ancora, immersi nello strombazzato nuovo millennio, gli americani hanno più o meno fiducia in una persona a seconda della quantità e del tipo di melanina della sua pelle. A seconda se sia bianco. O nero.
L’America è un paese enorme, collassato in sé stesso e alla continua ricerca di un’unità che spesso trova soltanto quando viene ferito. L’America, spazi sconfinati, dove esistono cattolici evangelici che nutrono lo stesso fervore nel declamare la Bibbia, che a incoraggiare un bombardamento in terra straniera. L’America, patria ed insegnante di democrazia, casa della stampa libera e di un potere (apparentemente) suddito di chi lo ha eletto.
Un mondo in contraddizione continua, che non ammette influenza esterna alcuna. A tratti Atlantide, a tratti Babilonia, spesso Cina. In cui l’operaio è conservatore e il manager è liberale. In cui l’affluenza record non supera il cinquanta per cento degli aventi diritto.
In tutto questo noi, Italiani, Europei, il resto del mondo. Attoniti ad assistere al complicato balletto delle schede punzonate (o scannerizzate, o chissà che diavolo…) ed in attesa di un risultato che sappiamo (forse con maggior coscienza di loro) essere cruciale per i destini del mondo.
Quando leggerete queste poche righe, probabilmente si saprà già chi è il nuovo presidente degli Stati Uniti D’America. Che strada ha deciso di intraprendere al bivio. Un bivio che spunta oltre una strada dolorosissima, lungo la quale, il presidente più inetto della storia degli USA ha condotto la sua nazione trasformandola da simbolo di democrazia (già traballante) a barbara caricatura di sé stessa. George the Worst, George il peggiore, come viene chiamato, ha devastato l’economia, condannato ad un inferno centinaia di migliaia di soldati statuinitensi e fallito in qualsiasi tentativo di mantenere i solidi rapporti diplomatici che l’America aveva faticato a costruire.
Non so se Obama sia il futuro. Non so se sarà il presidente moderno, ottimista, pacificatore che ci aspettiamo che sia. Ora come ora non so neppure se sarà eletto, ma se ciò dovesse accadere starà a lui dimostrare i suoi propositi.
Proseguire la strada della chiusura, dell’intransigenza e della durezza, o tentare di usare questo potere, immenso e incontrastato, per dare il via ad un’epoca che oggi possiamo solo sognare.
Lo ripeto, non so se Obama sia il futuro. Ma so che è il cambiamento. E dopo quello che la nazione ha passato negli ultimi dieci anni un cambiamento non è più una possibilità, non è più un’alternativa. E’ una necessità.

Nik

4.11.08

NO COMMENT


Hei girrrrls!! Buon inizio di settimana a tutte(/i)! Hanno cercato di fermarmi sabotando i tacchi dei miei stivali nuovi (i miei stivali nuovi!!!), hanno provato a censurarmi “condendo” la mia quotidiana tisana rilassante (e ce ne vuole a fiaschi quando si ha a che fare con colleghi del genere…e pure maschi!), hanno minacciato di sequestrarmi makeup e piastra per farmi tacere (meschini!!), ma per voi ragazze io non ho mollato, ho resistito impavida e fiera di fronte ai loro soprusi e allora eccomi di nuovo qui, imperterrita e più vendicativa che mai, pronta ad espugnare come ogni settimana insieme a voi, mie prodi truppe di scintillanti armature rosa vestite, il fortino tutto al maschile di Sbloggy: liberiamolo dal grigiume del “viril pensiero” ed invadiamolo con una salubre ventata di quel che di femminile che, com’è noto, non guasta mai e con una fresca sferzata di novità made by women for women...but not only!
Alla carica ragazze!!!
Ho bisogno di conforto: capita anche a voi, care amiche, di provare, solo un po’, ogni tanto, piano piano, ad instaurare con il vostro ragazzo o compagno o marito (…forza ragazze, lo so, “l’è düra”: sono con voi!) o amante (avete capito tutto dalla vita, siete il mio orgoglio!!) o friend with benefits (esemplare maschile comunemente conosciuto anche con il nome di “trombamico”) una qualche sorta di C-O-M-U-N-.I-C-A-Z-I-O-N-E o una qualsivoglia specie di C-O-N-V-E-R-S-A-Z-I-O-N-E (no, non ho sbagliato: faccio lo spelling di queste due parole dall’arcano significato per i proprietari del cromosoma XY, in modo da cercare di facilitarne la comprensione ai maschietti ed ovviare alla loro proverbiale inabilità a riguardo)?
Si? Ci avete provato? (Ci abbiamo provato tutte!) E come risposta non avete ottenuto altro che (scegli l’opzione più adeguata!):
a) una specie di suono sordo, cacofonico, una specie di rutto da malfamata osteria di paese e che niente aveva a che fare anche con un linguaggio di umana natura;
b) sentirlo improvvisamente parlare in una lingua a voi sconosciuta, probabilmente appartenente ad un’antica civiltà dell’America Latina ormai scomparsa a seguito di un’eruzione vulcanica;
c) l’inesorabile compagnia del silenzio.
Qualsiasi sia stata la tua risposta, cara amica, come minimo ciò che devi aver provato dev’essere stato un sentimento che oscilla da una rabbia montante e cieca nei confronti di quello che dovrebbe essere il tuo lui e che invece scopri non si sforza un minimo per cercare di venirti incontro e di avere un dialogo con te (rabbia che ti avrebbe trasformata in una specie di Rambo che lo avrebbe ridotto alla una consistenza di un omogeneizzato se non fosse per il tuo magistrale self contol), al più profondo sconforto, quello di chi vede di fronte a sé un muro invalicabile di cui magari se ne fa pure una colpa (guai a te sorella!! Non è colpa tua, e anche se dovesse essere, non solo!!).
Ebbene, esiste davvero un’incomunicabilità così dilagante tra i sessi? Parliamo realmente lingue così diverse? I nostri sistemi comunicativi sono così irrimediabilmente incompatibili? E tutto questo anche tra persone che hanno scelto di percorrere un pezzo, più o meno lungo, della loro vita insieme e che quindi, presumibilmente, dovrebbero avere un se pur minimo interesse a voler comunicare tra loro?
Io dico che volere è potere: non c’è niente di più difficile che cercare di comunicare con chi non vuole comunicare. Se maschio e femmina hanno due codici comunicativi diversi, non è per questo detto che siano anche inconciliabili, ovviamente se c’è la reale volontà di entrambi che questo non avvenga: se vogliamo i sottotitoli per capirci ci sono, eccome!! Basta volerlo!
E allora, care le mie lettrici e cari i miei lettori di buona volontà, vi dico: “I have a dream! Sogno un mondo nuovo, di speranza, nel quale maschi e femmine, uomini e donne, bambine e bambini, parlino tra loro e comunichino insieme in un’unica lingua conosciuta e condivisa!!”.
(I maschietti sono quindi pregati di iscriversi ad un corso di lingua italiana il prima possibile!!)J

3.11.08

Da VeDere



Titolo sollazzante e beffardo (non è vero, è che sono alcolista) perché oggi non vi parlo di cinema ma di DVD! Ebbene sì signori, i fratelli grandi dei VHS, quelli che se gli va una ditata sopra poi ti vedi il Gladiatore come se te lo scretchasse Bomfunk Mc's.
L'altro dì, mentre m'avventuro in quel di Padova slavata da una pioggia urticante, mi soffermo davanti al mio cinema preferito: è bruciato. Osservo con orrore le vampate di nero fumo deflagrare l'ingresso. Guardo la sigaretta che stringo fra le dita. Decido che è meglio far calmare un po' le acque e mi avvio sospinto dai passi lesti e da sirene in sottofondo.
Il problema sorge solo lunedì alle sette di sera. Cosa diavolo scrivo per l'articolo? L'ultima volta che ho provato a chiedere una deroga per il mio lavoro mi è stato detto "sì, sì, nessun problema". Tornando a casa un furgone targato "Sbloggy" ha tentato di investirmi mentre una sventagliata di Uzi mi sfiorava. Ho sentito distintamente una voce gridare "Per martedì! Bastardo!".
Eccomi quindi costretto dall'urgenza ad affidarmi al DVD.
Vagando patetico per vie e viuzze capitolo in una piazza ove ristagna l'odore puro e cristallino dello smercio commerciale di video. Un riflesso blu e giallo addobba una pozzanghera ai miei piedi. Alzo gli occhi. Cori di angeli. Blockbuster.
No, demone tentatore, non avrai la mia anima. Estraggo una copia limitata in VHS di "Berlin Alexanderplatz", ma non basta, evoco, come un sciamano Mohawk gli spiriti dei grandi registi non commerciali. Ed eccoli tutti accanto a me: Rossellini, Allen, Fassbinder, Solondz. Tutti uniti come i Cavalieri dello Zodiaco respingiamo la maligna luce di Blockbuster. L'onda d’urto mi spinge indietro. Fuggo senza voltarmi.
Badate bene, non voglio apparire più snob di quanto non sembri già, trovo che Blockbuster sia un ottimo modo per avvicinare la gente al cinema, come McDonalds è un buon modo per avvicinare la gente al gusto del cibo. Purtroppo io sono marinaio per altri, più discreti lidi.
Il mio ideale di videoteca è un posto stretto, sporco, incasinato e polveroso. Gestito da uno o più individui criminali reduci dai difficili anni ’80. Orso ne è esempio perfetto. Orso gestisce una videoteca giù dalle parti di Cittadella, oltre a questa ha una serie di altre attività più o meno lecite (lui direbbe “La mia vita si articola in più riflessi di una stessa immagine”). Ricorda un vizioso incrocio tra Rob Zombie e un carnivoro di quelli cattivi. Sotto un barba sporca e dei dread antichi come le ere paleozoiche, indossa sempre la stessa maglietta dei Pantera (in alternativa, se è a lavare, cede ai Sepultura o, in caso sia proprio in vena di pop, i Nine Inch Nails) Il suo assistente e magazziniere è un tipetto stile Gioventù Hitleriana, capello biondo tirato indietro con il gel, occhio di ghiaccio. Lo chiamano tutti Faina. Per l’aspetto e per il carattere. E’ un tipetto di poche parole, con una conoscenza del cinema discretamente vasta ma legata a soli due genere (splatter e porno), sembra tranquillo, ma se siete stati rapinati in quel di Cittadella ci sono buone probabilità che lo conosciate già.
Nel negozio vige un’anarchia tale che scoraggia i pochi clienti non abituali. La vera sfida (e l’accesso alla ristretta cerchia degli “amici dell’Orso” ) è non lasciarsi abbattere dai mucchi sfatti di cassette con o senza custodia, ma rimboccarsi le maniche e dedicare quelle tre-cinque ore a cercare il titolo desiderato. Perché, vi assicuro, lo troverete. Il numero di film e la loro varietà è impressionante e se sarete capaci di sopportare una colonna sonora di Death Metal e le ributtanti avventure che il proprietario inanellerà solo per voi (“…come quella volta che ho ucciso un cavallo…”), uscirete quasi sicuramente soddisfatti e, sicuramente, derubati.
La pesca è fortunata e mi trovo fra le mani ben tre titoli validi. Tre titoli che, come centinaia di loro colleghi, ignorati bellamente dalle sale cinematografiche (che gli hanno dedicato un paio di botte e via) sono stati incatenati agli angoli bui (o addirittura banditi) dalle videoteche. Eppure, spesso, questi gioielli dimenticati, riescono a tornare a splendere.
Tre titoli per voi:
1) City of God: Il buon Meirelles crea qualcosa di magico e (visto lo schifo che è il suo film successivo) irripetibile. Il racconto di una favela brasiliana in puro stile Tarantino (quindi flashback, parolacce, molto pulp, molta violenza, scene cult, c’è pure il ballo…). Un vero e proprio buco d’inferno in cui le vite dei giovani protagonisti si intrecciano in quello che diventa, spesso e volentieri, un cappio per ciascuno. Una violenza che accompagna gli abitanti della Città di Dio sin da bambini, strappandoli alla vita poco più che ventenni. C’è chi cerca di fuggire, chi si arrende alle conseguenze delle sue azioni, chi da un colpo alla botte e uno al cerchio e chi, come Zepecheno, sguazza nel sangue, cosciente e gioioso del suo ruolo di incarnazione del Male. Un grande capolavoro, magistralmente (so che è una parola abusata, ma qui ci sta) diretto e perfettamente interpretato da una miriade di attori alle prime armi che danno una vera e propria lezione ad Hollywood tutta. (Ne hanno fatto anche una versione telefilm, chiamata City of Men, su Sky, purtroppo in quanto proletario non ho il satellite e figurati se le reti nostre si degnano…)
2) In Bruges: Lungometraggio a firma di tale Martin McDonagh. Il misconosciuto regista si rivela molto abile nel dirigere avanzi di galera come Colin Farrell, Brendam Gleeson e (Sua Maestà) Ralph Finnes. Praticamente Alexander incontra Harry Potter. Ma il film funziona e risulta un buddy movie spietato e adrenalinico, ma anche grottesco e surreale. Due killer costretti a rifugiarsi dopo un colpo mal riuscito a Bruges, in Belgio. Controllati dal loro sadico capo, tenteranno di ammazzare (ahahah…ah…) la noia facendo un po’ i turisti, ma le cose non tarderanno a complicarsi terribilmente. Un film tosto e cattivo, dove la redenzione esiste, ma passa solo attraverso la canna fumante della pistola. La sceneggiatura (anch’essa del nostro amico McDonagh) riserva momenti davvero esilaranti e scene di sangue mica da ridere.
3) Kakurenbo: Mediometraggio anime ad opera di due designer esordienti nel campo: Shiro Kuro e Syuhei Morita. Dopo aver riscontrato un grande successo in Giappone, questo cartone (che brutto chiamarli ancora così) di venticinque minuti scarsi viene esportato anche da noi (ovviamente in sordina, sia mai che il cartone per adulti venga sdoganato). Un gruppo di bambini con indosso maschere di volpe da il via ad uno strano gioco in una metropoli deserta. Un gigantesco nascondino fra le macerie di una città proibita. Giganteschi Oni (demoni giapponesi) meccanici a fare da cacciatori. Un solo vincitore a scoprire la terrificante verità. Tutt’altro che una favoletta della buonanotte questo fantasy-horror tocca alcune fra le paure più tipiche infantili che faticano, con la maturità a scivolare via (la sensazione di essere braccati, il buio, la solitudine, l’essere inermi di fronte al proprio destino). Il finale, una bella doccia fredda, chiude come il coperchio di una bara l’intera faccenda. I due sceneggiatori sanno il fatto loro, creando un’opera onirica ma credibile. La computer grafica e i fondali disegnati sono perfettamente armonici e danno l’idea di un lavoro eseguito con cura. Lo trovate, probabilmente, anche su Youtube, se masticate un po’ di inglese non sono venti minuti buttati via.

Comprateli, noleggiateli, spiateli, non vi dico di rubarli, ma mentite ed imbrogliate per averli.
Vedo un laser rosso danzarmi sulla faccia.
Alla settimana prossima.

2.11.08

Advertising and UGC

Buongiorno,

pubblicità!No, tranquilli Sbloggy rimane in onda, qui non abbiamo i "consigli per gli acquisti" di "costanziana" memoria...

La pubblicità è l'argomento del lunedì, come sempre, per chi non lo sapesse o per chi se l'è scordato!

E del mondo dell'advertising parlerò oggi soffermandomi sul rapporto tra la rete e la creatività perchè, si sa, dietro ogni campagna pubblicitaria c'è una mente, sia essa professionale o no l'importante è che sia creativa, geniale!

Perchè dico questo??Semplice!Perchè oggi vi porto un esempio di spot che si inscrive nella più ampia categoria degli UGC!

Gli UGC o "user generated content" sono quelle produzioni che si possono trovare in rete frutto dell'opera degli utenti...ragazzi questo è l'web 2.0!

Per farvi da anfitrione nei meandri di questo mondo vi propongo una geniale campagna pubblicitaria rigorosamente UGC: spero vi piaccia almeno un decimo di quanto è piaciuta a me!


P.S: ringraziamo il lettore che ci ha chiesto un parere sulla pubblicità della twingo che sarà oggetto dell'intervento della prossima settimana!

See you next week!Advertising me!

WE BET

Goodmorning guys,

carissimi scommettitori e, perchè no, carissime scommettitrici eccoci a noi!Oggi giornata di serie A molto complicata e, quindi, affascinante!
Sì, sicuramente di grande fascino, ma molto difficile prevedere risultati su cui investire soldini!
Noi però ci proviamo(come sempre) sperando di imbottire un pochino il nostro portafogli!
Passiamo all'analisi...tre match dal più semplice al meno scontato: in bocca al book!

Palermo-Chievo 1 (i gialloblù quest'anno sono la brutta copia della squadra-rivelazione che fece innamorare tutta Italia 3/4anni fa e il tecnico del Palermo è davvero un "giusto", vai Ballardini!)

Atalanta-Lecce 1 (la squdra di Del Neri è in leggera fase calante, ma crediamo che in casa si faccia rispettare contro un Lecce non irresistibile, soprattutto lontano dal "Via del mare")

Milan-Napoli 1 (Match da zona scudetto e per questo ad alto rischio: noi pensiamo che il Milan è squadra da grandi appuntamenti e il derby di quest'anno ne è la conferma, fu la vittoria che fece partire la fuoriserie rossonera dopo una partenza stentata)

1.11.08

Fermata controcorrente

Ciao,

Sbloggy sceglie un poco controcorrente con il mondo reale e ancor più con quello virtuale di fermarsi in questi giorno di ricordo delle persone defunte.

Buon sabato a tutti