8.12.08

MASSIMO DOLORE


La città sanguina, il mio cuore reclama vendetta. Ho perso tutto. Tutto. Dentro quella stanza. Ne sono uscito svuotato. Annullato. Tutto ciò in cui credevo è andato distrutti, tutto ciò di cui mi fidavo s’è sbriciolato tra le mie dita come un libro di mille anni fa.

Niente. Niente esce da quella stanza.

Tranne un uomo. L’ombra di un uomo. Un manichino tenuto in piedi dai fili sottili della sua stessa disperazione. L’anima alle spalle. Il cuore alle spalle. Davanti. Solo vendetta.

Le strade di questa città sono un labirinto di merda e nebbia, ma, sotto la coltre della notte, i miei occhi cercano il mio personalissimo minotauro.

Tasto sotto la giacca il confortante peso metallico della Beretta. Sento il sangue gelido e lento nelle vene. Come quello dei serpenti.

Ho perduto tutto. Non ho più niente da giocare. Niente da lasciarmi alle spalle. Solo corpi davanti a me. Solo corpi che cadono. Ed il confortante rintoccare degli spari della mia pistola.

Solo questo.

Poi silenzio.

La strage che ho compiuto al Cinecity di Padova è stata diretta conseguenza della visione di Max Payne con l’azzeccato Valbergh e tutto il resto mandato allegramente a puttane.

Quando ho spiegato al giudice che ho ucciso sedici persone dopo aver visto il film m’ha fatto una multa di trenta euro e m’ha rimandato a casa. Il film l’aveva visto pure lui.

Da dove cominciare?

Dal videogioco direi. Max Payne era un gran bel giochillo per pc regalatoci una cinquina di anni fa (con relativo seguito un paio di anni fa) da quei mattacchioni della Remedy. Il gioco era un solido trhiller di stampo cinematografico, una trama esile ma credibile, tante belle sparatorie e la possibilità di rallentare il tempo e fare un po’ di Matrix. Cosa vuole di più il videogiocatore medio?

Sfortunatamente Hollywood ha deciso di prendere in blocco il prodotto e, con la puzza sotto il naso che l’industria cinematografica ha nei confronti di quella video ludica, ha pensato bene di riscrivere la trama facendo scempio del creato e offendendo iddio stesso.

Il film è un incrocio puerile tra Costantine è il più basso dei Steven Seagal movie. Le scene d’azione strappano qualche plauso, ma l’onirismo farlocco che decora la trama si presta a spietate risate.

Non andatelo a vedere, anzi, no, andateci, andateci. Poi ci rivediamo sulla pagina della cronaca nera. Quando giustizia sarà fatta.

PS.

Se volete un bel film “tamarro” vi indirizzerei più volentieri su “Never Back Down”, filmetto agli antipodi dell’intellettuale, che ricalca un po’ il tema di Karate Kid. Ovviamente l’esile Ralph Macchio è sostituito da un figuro taurino e variazioni dello stesso modella californiano e la disciplina praticata non è il vetusto karate ma una qualche combinazione di varie arti marziali vietate in ogni parte del mondo tranne a Scampia. Botta da orbi, dialoghi bizzarramente insulsi, tante belle fighe. Se è quello (e lo so che è quello) che cercate da un film mediocre questo è ciò che fa per voi. In un panorama cinematografico talmente triste che neppure i film mediocri mantengono le promesse della loro mediocrità, non è poco.

Massimo dolore a tutti.

Alla prossima settimana.

1.12.08

KISS KISS (BANG BANG)


Evviva l’amore!

Come? Che c’entra l’amore? Non siamo mica a San Valentino.

Ma, scusate, quale momento migliore per festeggiare l’amore che sto schifido novembre-dicembre freddo e triste come le tette di un’anziana?

Al cinema non fanno assolutamente niente che sia degno di essere preso in giro, in tv, poi, si accoppiano strane trasmissioni dando vita ad aborti mediatici. Orrori infarciti di comici da tormentone e fiction su papi che nessuno manco più si ricorda rendono ancor più gelide le nostre serate da lupi.

Il mio monito settimanale è: non andate al cinema. Non dategli soldi a ‘sti bastardi (no! Neanche a Ridley Scott+Leonardo Di Caprio+Il Gradiatore), anzi, bruciamoli ‘sti media megastore del cinema, gironi tartarei, McDonald della settima arte che propinano a tutti le stesse identiche cose trasmesse a ripetizione in otto sale su venti.

E allora fate una cosa. Bruciate il cinema. Spegnete la tv. Stendetevi sul divano. E state fermi. Lo sentite? Lo sentite quel formicolio dentro la scatola cranica? E’ il cervello che si riattiva. Godetevelo.

Secondo consiglio: scopate.

Avete una ragazza? Una moglie? Un’amante? Una fiancee? Fateci l’amore. Viziatela. Una cenetta, due candele, un mazzo di rose. Da quant’è che non gli regalate un mazzo di rose?! Da quand’è che non gli regalate un mazzo di qualsiasi cosa?! Guadagnate qualche punto per la primavera e l’estate quando sarete impegnati e cazzoni. Poi chiudetevi sotto le coperte. Anche da soli. Che vi frega. Meglio soli che mal’accompagnati.

E’ davvero difficile trovare oggigiorno un passatempo migliore,tanto cooperativo e così poco dispendioso del buon sano sesso. Della cavalcata selvaggia. Dell’amore a go go. Avrete il doppio vantaggio di evitare la sala e il freddo asgardiano che tormenta fuori dai sottili vetri di casa vostra.

Ecco dunque perché parlo d’amore. Però il cinema ci si infiltra sempre. Perché il cinema ha dettato i canoni dell’amore attraverso un’unica, semplice, banale forma di respirazione bocca a bocca: il bacio.

Qui, per voi, per scaldarvi dai geloni invernali i più grandi baci della storia del cinema (con commento).

- Jules e Jim: Jim, baldanzoso, torna dalla Grande Guerra e ovviamente casca fra le braccia della magnetica Jeanne Moreau, la voce fuoricampo commenta: "Il loro primo bacio durò tutta la notte". E chi vuole intendere...
- Lolita: bacio e "non dimenticarmi" a quel pirla di Humbert, prima che la bimba vada a fare la nanna.
-Il Laureato: in quanto laureando dovrei immedesimarmici facilmente, ma nell'ambiente universitario e fuori, non ricordo donne che riuscissero a mantenersi sensuali come la splendida Anne Bancroft, somigliando più spesso a curiosi effetti speciali, perciò ho sempre ritenuto questo focoso bacio con giovane, irruento, Dustin Hoffman realistico quanto la possibilità che Justin Timberlake impari a recitare.
-Il Pianeta delle Scimmie: un film che odio quanto odio il suo protagonista, ma non posso esimermi da quello che, forse, è l'unico (di sicuro il più grande) bacio uomo-scimmia della storia del cinema. Lui, virile ariano venuto dallo spazio, lei giovane dottoressa che abiura la ceretta. Con lui che le dice: "Dottoressa, volevo baciarla prima di andare" e lei "Okay, ma sei dannatamente brutto!". Ahh, umorismo scimmiesco.
- Love Story: nella neve, Ryan O'Neal e Ali MacGraw si scaldano di baci, mentre lei è malata terminale e lui, segretamente, si chiede se non sia contagiosa...
- Il Dormiglione: Woody: "Eh, che scienza? Io non credo nella scienza, no, perché sai, la scienza è un vicolo cieco, è intellettuale, sono un sacco di ometti con dei camici che sventrano ranocchi e svenano fondazioni.", Keaton: "Oh, ci sono. Tu non credi nella scienza. E non credi nelle politiche fondate sul lavoro. E non credi neanche in Dio, eh?", Woody: "Vero", Keaton: "E allora, in che cosa credi?", Woody: "Nel sesso e nel decesso, due cose veramente fondamentali nella vita, ma almeno dopo la morte non hai la nausea.". Si baciano. Fine. Perfetto.
- Io e Annie: sempre Allen, sempre Keaton. Lui a lei: "Baciamoci!" Lei (in mezzo alla strada): "Cosa?". "Baciamoci! Ci piaciamo...e stiamo andando da te, prolungare questa cosa servirebbe solo a metterci a disagio, quindi tanto vale baciarci. Togliamo di mezzo questo bacio, così poi non ci roviniamo la digestione". E lei lo bacia, ma vi rendete conto?!
- Ufficiale e Gentiluomo: qui si va su un peso massimo del genere. Richard Gere entra vestito come il colonello del bucato nella fabbrica dickensiana in cui sgobba la povera Debra Winger, se la bacia appassionatamente, poi la piglia in braccio e tra i fischi e i "Vai, Paula, vai!" delle colleghe, parte con romantico tempismo "Up Where We Belong" che mi da sempre il colpo di grazia.
- Howard il Papero: una donna può essere morbosamente attratta da un papero di plastica con dentro un nano? Negli anni '80 tutto è possibile...(miglior bacio interspecie con pennuto).
- Rain Man: una stupenda Valeria Golino bacia l'autistico Dustin Hoffman. Lei: "Com'era?", lui: "Bagnato".
- Chi ha incastrato Roger Rabbit: verso la fine con il coniglio che domanda al collerico Bob Hoskins se ha perso tutto il suo senso dell'umorismo. Lui gli risponde baciandolo in bocca. Geniale (migliore scena di bacio fra uomo e cartone, nella top five dei baci gay di tutti i tempi)
- Colazione da Tiffany: c'è la pioggia. E c'è Audrey che insegue il suo gatto e aspetta solo di essere baciata. Che diavolo vuoi ancora George Peppard, bastardo fortunato! (miglior bacio sotto la pioggia a pari merito con Hugh Grant e Andie MacDowell post-cerimonia in Quattro Matrimoni e un Funerale)
- L'Armata delle Tenebre: chi è un vero uomo? Bruce è un vero uomo! "Dammi un po' di zucchero baby!" ("Hail to the king" nell'originale) e lei non può che lasciarsi andare fra le forti braccia del commesso ammazza-streghe Bruce Campbell
- Cruel Intentions: puttanata adolescenziale che fa il verso alle Relazioni Pericolose con tanto di bacio saffico con più lingua e bava di quanta ne possiate trovare al raduno degli amanti del bulldog.
- Spiderman: uuuh è a testa in giù! Uhhh...sorprendente che non diventi rosso e svenga in preda alle convulsioni...
- Brokeback Mountain: i ragazzi della montagna rotta dietro ci danno alla grande! Se avete sempre sognato di vedere Donny Darko che bacia il Joker allora fatevi sotto!
- I Simpson, il film: Homer, scampata la tragedia, guida la moto lungo un viale tinto d'autunno, Marge aggrappata languidamente a lui si becca un bacio a duecento all'ora. Lei: "Il miglior bacio della mai vita" lui, accelerando, "Il miglior bacio della tua vita, fin'ora...". Una lezione di romanticismo dall'ultimo a cui pensavo di chiederla.
- Biancaneve e i sette nani: un bacio del principe la risveglierà. Ed ecco che arriva Ken. Niente lingua, siamo bambini.
- Da qui all'eternità: c'è una spiaggia, le onde, la ambigua spuma e la schiena di Burt Lancaster a proteggere Deborah Kerr dal dio Nettuno che se la vuole portar via. Tipico bacio celluloidale, nella vita sarebbe passato sicuramente l'uomo del cocco o un bambino rompipalle.
- Fronte del Porto: "Non ti amo, non ti amo! Stai lontano da me!" See, see, come no...è Marlon Brando, non si può.
- Via col Vento: altro peso massimo, lui sudista, lei ricca possidente di schiavi di colore, non può non sbocciare un perfetto, rassicurante, focoso, amore razzista.
- Il Falco Maltese e Casablanca: doppio migliore, più grande, assoluto apice di quella parabola che si chiama amore. Merito del (vero e unico) uomo che non deve chiedere mai, Hamphrey Bogart (o Sam Spade, se volete, ma i due si sovrappongono), un uomo che nel Grande Sonno riuscì a dire alla Bacall «Se mi vuoi, non hai che da fare un fischio. Sai fischiare, no? Unisci le labbra… e soffi», non si fa di certo problemi ad afferrare Mary Astor e piazzarsela sulla faccia, lui non lo sa, ma lei lo tiene ben al guinzaglio. Puro shock passionale.
Nell'altro caso abbiamo sempre Bogie con affianco Ingrid Bergman che, sul far dell'aereporto, riesce anche a dirle "Se questo aereo decollerà e tu non sarai con lui, te né pentirai. Forse non oggi, forse non domani, ma presto... e per il resto della tua vita.". Perchè lui non scende a compromessi con l'amore.

26.11.08

LA MATTANZA



“Non sono stati gli schiaffi, forse a quelli mi ci ero abituata. E neppure le botte, la violenza, quel fare sempre quello che voleva lui. Io ho detto basta quando mi trascinava davanti allo specchio e mi urlava: 'Guardati, fai schifo, sei una nullità'. Ecco, il mio riscatto comincia da lì, non dalle botte ma dall'umiliazione...". La voce di donna arriva per telefono, sono le sette di sera, in lontananza i rumori di chi dovrà occuparsi della cena nella casa accoglienza del centro antiviolenza di Imola.

"Ci ho messo sette anni, sette anni di violenza davanti agli occhi dei miei figli. Poi quando ho detto basta è stato un basta deciso, difficile, drammatico, puoi immaginare cosa significa scappare via da casa tua sapendo che non la vedrai mai più, che non vedrai più le tue cose, e portare con te i bambini, piccoli, ma grandi abbastanza per avere i loro giochi e la loro camera... Ecco, è successo che un giorno, dopo sette anni, ho detto addio a tutto questo... e bentornata a me stessa".Un'altra voce di donna, questa volta "protetta" in uno dei quattro centri antiviolenza Differenza donna di Roma.

Qualche cifra dall’Italia (dati ISTAT):
quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita;
5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%);
1milione e 150 mila di donne vittime in Italia negli ultimi dodici mesi di violenze e abusi, il 22% in più dell'anno scorso;
3 milioni 961mila violenze fisiche (18,8%). Capelli strappati, spinte, schiaffi, calci, pugni e persino morsi, violenze psicologiche: i partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate;
di quel 3,5% vittima di violenza sessuale, di quel 2,7che ha subìto violenza fisica e di quelle 74 mila stuprate o quasi, 180 sono morte per le violenze subìte (una ogni due giorni;
il 3,1,% delle donne fra i 15 e i 59 anni nel corso della vita lavorativa ha subito ricatti sessuali sul posto di lavoro per essere assunta, mantenere il posto o ottenere un avanzamento di carriera.
Il 69, 7% delle violenze avviene all'interno delle mura domestiche;
solo il 18,2% delle donne che ha subìto violenza in famiglia la considera un reato e solo il 7,2% la denuncia;

"Il potere di ricatto delle famiglie" - Bisogna soffermarsi su queste cifre prima di "entrare" nel centro Roberta Lanzino di Cosenza. "L'80 per cento delle nostre ospiti non è autonoma dal punto di vista economico e il ricatto che può fare la famiglia è tale che sei su dieci rinunciano ad arrivare fin da noi, a fare questo passo" racconta Antonella Veltri responsabile del centro. Una signora ha saltato cinque colloqui. Si è fatta viva la prima volta un anno fa. La non cultura mafiosa aggiunge violenza a violenza. "Il potere di ricatto delle famiglie è altissimo e tocca una gamma svariata, dalla solitudine all'infamia, dal 'non vedrai più i tuoi figli al 'nessuno al paese ti rivolgerà più la parola'". Una volta vinta la minaccia della famiglia, il passo successivo è "farsi credere": "Molte donne, prima di arrivare da noi per un colloquio, sono andate dal maresciallo disperate, gonfie, con i lividi, col referto medico, a una era stato sbattuto in testa l'oblò divelto dalla lavatrice... beh, si sono sentite rispondere 'Signora ci pensi bene, forse è meglio che si tenga suo marito...'". Nei centri si entra solo se c'è volontà di farlo "ma anche quando hanno trovato la forza di arrivare sin qua, il 10 per cento a un certo punto abbandona: la pressione da parte della famiglia o del marito è tale per cui non ce la fanno. Ci lasciano e di loro non sappiamo più nulla". Le altre, a cui la disperazione fa fare quello che non avrebbero mai immaginato - lasciare la famiglia - cominciano un faticosissimo ma meraviglioso viaggio "verso la consapevolezza, l'autostima, la propria autonomia. Il riscatto. Cerchiamo di insegnare loro un mestiere o di valorizzare quello che già sanno fare, troviamo una casa, una stanza, soprattutto le accompagniamo verso la separazione e il divorzio prima, il processo penale poi, un altro appuntamento a cui si arriva con molta difficoltà perché non ci sono pene per i mariti violenti".

Una ricerca dell'Universita' di Harvard di qualche anno fa rivelava che per le donne fra i 14 e i 44 anni la violenza e' la prima causa di morte e di invalidita', per cui si muore più di stupri e percosse che di cancro o di... guerra. Ma se alcune forme di violenza sessuale (stupri e molestie) sono riconosciute come un crimine dalla maggior parte dei sistemi legali, in molti Paesi lo stupro in famiglia non e' reato e solo 44 nazioni hanno una legislazione contro la violenza domestica.
Tuttavia molte di queste violenze e molestie si svolgono appunto in famiglia, ad opera di persone di cui la donna si fida. In particolare dalle ricerche internazionali e' emerso che anche nelle violenze sessuali su bambini, che spesso si consumano in casa o nel parentado, le femminucce sono colpite in misura almeno tripla dei maschietti.
Alcuni Paesi europei, come la Spagna, hanno un'altissima incidenza di violenze mortali o gravi sulle donne, che vengono violentate, strangolate, bruciate e gettate dalle finestre spesso dai propri stessi compagni. La legge contro la violenza sulle donne promossa dal governo Zapatero ha visto l'adesione di circa cento intellettuali uomini, che hanno voluto divulgare un manifesto con le ragioni del loro forte sostegno all'iniziativa.
Nella mite Svezia un giornale ha deciso di mobilitarsi contro la violenza consumata fra le mura domestiche, pubblicando nomi e foto di quanti vengono condannati per violenze contro le mogli, al fine di mettere in guardia le altre donne dal frequentarli.
In Italia la Corte di Cassazione ha recentemente stabilito che anche costringere con la violenza la propria moglie ad un rapporto sessuale costituisce illecito mentre in Parlamento sono state presentate proposte di legge che istituiscono il reato di stalking, anche se ancora troppo pochi alcuni piccoli passi si stanno facendo anche nel nostro Paese.


Un post senza risate, commenti o inutile sarcasmo, solo dati e fatti riportati dai maggiori quotidiani e organi di informazione nella Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne indetta dall’ONU, la cui ricorrenza cadeva ieri, 25 novembre.
Una giornata in cui manifestazioni e eventi si sono sprecati (50.000 donne in corteo solo a Roma), una giornata per ricordare le molteplici vittime (Barbara Spaccino, incinta del terzo figlio, uccisa dal marito, Hina, la ragazza pakistana uccisa dal padre perché vestiva minigonne e non voleva il velo, poi Anna, Paola violentata a Torre del Lago, Sara stuprata a Torino da un amico, Carla a Bologna, Giuseppina stuprata e uccisa in Turchia durante un viaggio verso la Palestina vestita da sposa per postare la pace e anche Mez, la studentessa inglese sgozzata in camera da letto a Perugia ancora non si sa da chi), un giorno per affermare e riaffermare il diritto di ogni donna di essere l’unica padrona della propria cita, contro la violenza e in nome della propria autodifesa.
Una ricorrenza quasi dovuta a tutte le donne vittime effettive o potenziali nella giornata che ricorda quanto avvenuto il 25 novembre del 1960, quando furono violentate ed uccise le sorelle Mirabal, paladine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dalla dittatura, ma pur sempre una sola giornata, a fronte di 365 giorni all’anno di soprusi e violenze fisiche, sessuali, verbali e psicologiche che colpiscono in ogni parte del mondo donne di ogni età e statu per mano di uomini grandi come coriandoli.

Indignatevi donne, ribellatevi, reagite, denunciate e non dimenticate.
In memoria di tutte coloro che non ce l’hanno fatta e che non ne hanno avuto il coraggio

25.11.08

A sangue freddo

Ahh il gelo e la neve. Neve, oddio, il Veneto è famoso per i suoi fiocchi fangosi e la sua brina tubercolotica, ma ciò non toglie che lo spirito natalizio si stia diffondendo nell'aere come un soffio d'antrace. E anche con il general inverno che sbuffa alle finestre del multisala io sono sempre lì a smazzarmelo per vobis.Rimpiango i geloni stile ritirata di Russia quando l'artefice di ogni mia scelta suicida, la mia splendida signora, tirando con forza il mio guinzaglio mi fa entrare in sala a vedere "Twilight". Il film è chiaramente il fenomeno del momento, basti pensare che zappando in tv il suo trailer ricorreva con la stessa frequenza della faccia di Berlusconi a Tg4. Dicesi di film "fenomeno del momento" quando oggi tutti se lo vanno a vedere e domani non se lo fila più nessuno e quindi toccherà sfornare il due, il tre, l'otto, il ventisette. Fortunatamente da bravo snob cinematografico quando entro in sala a vedere un film che non ho scelto e che a pelle non mi piace riesco, attraverso anni e anni di meditazione, ad isolarmi nel mio giardino mentale, ove posso ristorare lo spirito sotto le ampie fronde di un pero secolare. Nel momento stesso in cui incomincio il processo di meditazione un esercito di trecento cellulari si mette a bippare alle mie spalle. Sono l'unico maschio in sala. Attorno a me, appollaiate sulle poltrone come gli Uccelli di Hichcock, badilate di ragazze under 20 si affollano in un mistico vociare da Bestie di Satana. Nei pressi del pero secolare si affaccia un alano incontinente. Non mi serve neppure iniziare a vedere il film dato che il popolo delle adolescenti mi fa gentilmente un riassunto a più voci. Romeo e Giulietta sono morti. O quasi. Lei è una ragazza un po' così, che non la da a nessuno e ha un ciclo presumibilmente molto abbondante. Questo ci porta al vampiro. Lui vive da cento e passa anni, ma parla esattamente come un adolescente, si innamora di una di novanta e passa anni più piccola, la fa volare in giro, ma si trattiene dal morderla perchè mai prima del matrimonio.Il film è un'infarcitura coatta di luoghi comuni, effetti speciali e una sceneggiatura che fa sembrare Heroes Quarto Potere. Però è da illusi entrare in sala senza prendere il film per quello che è, ovvero un prodotto commerciale confezionato sulla pelle delle ragazzine. Se osservato da questo punto di vista può anche risultare un bel film, se non altro raggiunge a pieno il suo scopo. Se però andiamo a concentrarci su un tipo di cinema che evita di far pensare e che non costringe il pubblico a fare quello sforzo in più per adattarsi al film, bensì si confeziona in una serie di stereotipi facilmente digeribili...beh così è tutto un po' troppo facile.Alla mia ragazza è piaciuto, anche se la sensazione era che fosse un po' troppo vecchia per poterselo godere. Ho detto vecchia? Intendevo diversamente giovane.Io ho deciso di dormire con un paletto di frassino sotto il cuscino, sia mai che venga morso a sangue dall'adolescenza (di nuovo).Ps.Volete un vero film dell'orrore? Qualcosa di raggelante, brutale, orrendo? Qualcosa che vi faccia maledire il buio della sala e vi faccia sentire soli e abbandonati nel vostro letto? Qualcosa che trasformi le ombre familiari della propria casa in abomini senza nome? Il 14 è uscito "La Fidanzata di Papà". Inizio a rimpiangere il duo Boldi-De Sica, ora che sono diventati singole entità si è raddoppiato il numero di "film" spazzatura invernali. Eh sì, sta cominciando un lungo, freddo, inverno.

24.11.08

Il ritorno...

Buongiorno a tutti,

Quale è la prima cosa che vi viene in mente ora??Scommetto che è "wow, la neve!!"

Tutti(o quasi) vedono nella neve un "paralizzatore" naturale e invece Sbloggy ritorna proprio con la neve dopo una settimana di quasi-completo-black out...

Un ritorno "a tutta pubblicità"...In questi ultimi tempi il mondo dell'advertising ci sorprende e ci fornisce diversi spunti di riflessione(come l'indimenticato, ma per ora accantonato, suggerimento del nostro simpatico lettore riguardante lo spot della twingo).

Oggi vi mostro uno spot che a me ha molto colpito e che, a differenza di moltissimi altri, non mi fa cambiare canale quando lo vedo!



Già visto vero??Beh non voglio fornire nessun informazione su questa pubblicità ne nemmeno abbozzare un benchè minimo principio di analisi, bensì chiedo a voi: vi piace??perchè secondo voi attira la mia(e forse anche vostra) ATTENZIONE?

(potete fornire la vostra risposta o sotto qui cliccando sulla scritta "commenti", oppure a fianco nel rettangolo bianco)

17.11.08

Un Quantum di Sopportazione

Eccolo di nuovo. Come? Dov'ero finito? Ero al cinema. Lo scorso lunedì feci il madornale errore di andarmi a vedere "The Burning Plain", ricordo poco...immagini sfuocate, i nomi delle protagoniste...Kim Basinger, Charlize Theron, il nome del regista...Arriaga...poi nulla, vuoto cosmico, visioni dei miei antenati che mi usavano per giocare allo schiaffo del soldato. Oblio. Disperazione. Sonno accolto con la stessa spensierata gioia del moribondo. Gli occhi pesanti. Mi sono svegliato venerdì scorso in una pozza di vomito grigiastro. Erano le tre di mattina, il cinema era vuoto e io sono fuggito dai condotti di aereazione nutrendomi di popcorn e topi. Il tutto è risultato molto più divertente della visione del sopracitato film.Pane al pane, vino al vino, signori. Io sono democratico, antirazzista, tollerante, terzomondista, colto. Eppure "The Burning Plain" ha spazzato via ogni traccia di tolleranza etnica che possedevo. Odio i messicani. Odio gli ispanici. Odio i film di messicani ed ispanici. Arghhhh. Inarritu, Del Toro, Arriaga. Arghhhhhhh. Lunghi eterni, onirici senza senso, noiosi come solo la messa della domenica (quella delle otto di mattina dove anche il prete dorme). Spero che le mie maledizioni né collassino gli spermatozooi renderndoli impossibilitati a procreare prole a cui affidare il loro orrendo genoma artistico.Per ritemprarmi ho deciso di cambiare genere. La decisione non è venuta direttamente da me, ma dalla mia ragazza. Ed è pure logico. La santa donna fa l'evangelico sacrificio di vedermi nudo ogni tanto e di farci pure del sesso con quella cosa nuda, mi sento quindi in obbligo nei suoi confronti e posso ben acconsentire se e quando ha voglia di vedersi un bel corpo sudato come quello del nostro Daniel Craig. E così ci andiamo a vedere James Bond. Anni fa, in una notte di luna piena, vidi l'ultimo film della saga interpretato da Pierce Brosnan. Fu una notte di perdita e sacrificio. Fu una notte di dolore.Poi venne la luce. Casino Royale. Un. Bel. Film. Su. James. Bond. Chi l'avrebbe mai detto?Il giro di vite verso l'azione pura e meno patinata è gradito, anche se siamo lontani anni luce dall'agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming: un individuo insicuro, su di peso, molto poco cool ed insapettatamente veloce fra le lenzuola. Niente a che fare con il coltico Craig, spietato assassino con poca forma e molta sostanza.Il film ha dei picchi di ironia involontaria non da poco: Giannini che (finalmente?) cala il sipario, e il discutibile finale che sembra un po' pigliarmi per il culo. Nel complesso è un film ben realizzato, ma la sensazione è quella di essere stati abituati a mangiare merda per così tanto tempo nel corso della bistrattata carriera cinematogradica dell'agente segreto, da accogliere qualsiasi cosa sappia vagamente di decente come un capolavoro. Un po' come la mia ragazza...Andatevelo a vedere. Fatelo per le vostre donne.E se anche lei dopo, fra le coperte, mugolerà il nome: Daniel, voi saprete che va bene così e che l'avete fatta felice. Pagando meno che per un corso in palestra.PS.Il titolo alternativo a questa breve recensione era Quantum of Solange. Non ha alcun senso, ma ogni volta che ci penso rido.Saluti affettuosi.

14.11.08

MODELLI PER UNO SCATTO

L'elemento focalizzatore di questo ensemble è senza dubbio la t-shirt gialla, la cui scritta "i love summer" può forse giustificare altri dettagli degni di Fabrizio Corona o dell'ennesimo calciatore vestito in baci&abbracci. La collanina, che senza dubbio fa molto estate, è davvero poco chic, ma è coerentemente abbinata a occhiali da sole stile aviator marroni e capello gellato-brillantinato-leccato all'indietro. Il jeans, blu scuro, e la tracolla eastpack sigillano questo look sportivo senza però far passare inosservate le kawasaki in tartan e ponendo un interrogativo: se la temperatura è mite, o almeno così pare vista la scelta della t-shirt a manica corta, perchè abbinare una scarpa con motivo tipicamente invernale?

Questa mise riprende alcune tendenze e must have di questo autunno inverno 08/09. Primo fra tutti il cardigan, protagonista indiscusso da questa primavera, che da quel tocco elegante rimanendo comunque urbano. Successivamente troviamo l'occhiale da vista con alta montatura nera, che contribuisce a dare un senso a questa scelta di stile. Il jeans skinny stile cheap monday è arrivato prepotentemente da Londra già dall'inverno scorso e, in questo caso, è stato abbinato a maglietta e scarpe nella stessa nuance. L'unico punto da riprendere è la lunghezza del pantalone: fermo restando che il boxer in vista non è mai accettabile, bisogna ricordarsi che, a meno di non essere un giocatore di basket con gambe chilometriche, il pantalone non va portato così adagiato sui fianchi o il risultato è irrimediabilmente quello di hobbit dalla gamba corta!